Smart Working, soluzione di emergenza o cambiamento permanente?

17-09-2020 11:16 -

Paura di nuovi contagi e possibilità di conciliare vita privata e lavorativa: lo smart working piace ai lavoratori e per le aziende non mancano le occasioni di risparmio



Il ritorno a scuola ha finalmente riportato tutto alla normalità. Ma a quale normalità? Quella che ci rivedrà tornare in pianta stabile negli uffici e nei nostri posti di lavoro, oppure quella di una nuova realtà caratterizzata dall'alternarsi di giornate lavorative in presenza e lavoro da remoto? Una domanda alla quale ha cercato di dare una risposta il sondaggio di Easy Hunters, ripreso anche da molte testate nazionali come il Sole 24 Ore. Secondo l'indagine, il 56% del campione intervistato ha espresso la volontà di proseguire con il lavoro da casa. Una richiesta dettata soprattutto dal timore di nuovi contagi ma anche dalla paura di contagiarsi in caso di utilizzo di mezzi pubblici (40%). Tuttavia, l'eventuale tanto temuta seconda ondata non è certo l'unico motivo che ha spinto molti lavoratori, e molte aziende, a pensare di poter proseguire con il “lavoro da casa” anche nel post-pandemia.
Se si guarda ad un futuro di più lungo termine, infatti, ben l'83% degli interpellati vorrebbe proseguire nel lavoro da remoto, almeno per qualche giorno a settimana. Dato che rispecchia quanto analizzato dal Politecnico di Milano: il 40% degli smart worker, in particolare, ha puntato l'attenzione sui benefici del “nuovo” lavoro da remoto soprattutto in termini di conciliazione della vita lavorativa con quella personale. Senza considerare che l'autonomia così conquistata ridurrebbe i tempi morti, quelli non collegati direttamente all'attività lavorativa, aumentando di fatto la produttività.


Smart Working, i benefici per le aziende



Ma non basta ancora. Oltre a registrare gli evidenti benefici che potrebbero derivare dal nuovo modello lavorativo, bisogna chiedersi anche cosa comporterebbe davvero per le aziende e gli imprenditori. La crisi affrontata a causa della pandemia ha di fatto messo in ginocchio una fetta considerevole del Paese e le imprese, soprattutto quelle medio piccole, ne stanno pagando il prezzo maggiore. Non solo dal punto di vista della riduzione del proprio fatturato ma anche e soprattutto nell'aumento dei costi che la chiusura nel periodo di lockdown ha inevitabilmente portato con sé. E allora ecco che il distaccamento in remoto di una parte della propria forza lavoro porterebbe in dote all'azienda propria la riduzione di questi costi fissi (mensa, sanificazione degli ambienti, connessioni internet ecc.) che pesano enormemente sul budget aziendale. Ed è proprio per questi motivi (ma non solo) che molte aziende, come anche molti nostri clienti, hanno deciso di optare per una nuova normalità, unendo settimanalmente il lavoro in presenza a quello da remoto.

Un passo avanti che, però, le imprese potranno fare solo dotandosi degli strumenti adatti e, soprattutto, ridisegnando e ripensando tutti i processi aziendali che dovranno essere non solo chiari ma soprattutto condivisi da tutto il personale. Ogni dipendente dovrà sapere cosa fare, come e con quali tempistiche. Il Coronavirus ci ha dunque messo davanti ad un cambiamento epocale sia del nostro stile di vita sia del nostro modo di vedere e percepire il lavoro. Le imprese che sapranno fare di questo cambiamento non solo una soluzione temporanea ad un'emergenza sanitaria, ma il loro punto di forza permanente e primario saranno ad un passo dal successo aziendale.